IL D.M. del 03/08/2015
Check up del Nuovo Codice di Prevenzione Incendi
Sono passati ormai quasi tre anni dall’entrata in vigore del cosiddetto “Nuovo codice di Prevenzione Incendi” e sicuramente alcuni problemi sono emersi all’attenzione degli addetti del settore, sia per quanto riguarda il Corpo Nazionale dei VVF, che ha dovuto superare e interpretare alcune criticità evidenti insite nel testo del codice (come era naturale, vista l’enormità dei contenuti trattati), sia e soprattutto per quanto riguarda i “professionisti antincendio”, che viceversa non sembrano aver pienamente recepito le enormi potenzialità offerte dalla nuova normativa e che, occorre ammetterlo, ancora oggi preferiscono fare riferimento all’approccio standard prescrittivo.
Questo è spiegabile sicuramente con il fatto che l’approccio ordinario di tipo “prescrittivo” è ben più conosciuto e metabolizzato dal professionista, che si sente anche più sicuro nell’applicare una serie di norme e regole che fissano il livello minimo di sicurezza da garantire: la maggiore semplicità di interpretazione, la garanzia di una sufficiente omogeneità di applicazione, e inoltre, conseguenti criteri di uniformità da parte dei controllori hanno sicuramente contribuito a rallentare la diffusione e applicazione dei principi del nuovo codice.
Di contro il metodo prestazionale, che ricordiamo deriva dai paesi anglosassoni, presenta dei limiti di approccio che richiedono un’approfondita preparazione sia ai professionisti che ai controllori. Esso richiede l’introduzione di un sistema di gestione della sicurezza mirato al mantenimento delle condizioni operative individuate nello scenario di progetto, ed infine, nel caso delle situazioni più complesse, presenta oneri di calcolo rilevanti.
Inoltre decisamente non ha giovato anche la compresenza dei due modelli normativi, con la possibilità, sancita dal Codice stesso, di poter scegliere l’uno o l’altro indifferentemente: se l’obiettivo, legittimo e condiviso, di questa scelta era in realtà quello di dare il tempo, a tutte le figure coinvolte, di acquisire e fare proprio il nuovo modello normativo, dall’altro ciò si sta via via trasformando in un boomerang che ne ha rallentato il passaggio in massa e che ha determinato di far prevalere nella testa, soprattutto dei professionisti, la scelta di un approccio più semplice e sicuro con conseguenti minori perdite di tempo.
C’è da dire che in realtà l’introduzione nell’ultimo anno di alcune Regole Tecniche Verticali ha sicuramente dato un giro di vite a questa tendenza e, a nostro parere, queste possono essere considerate come il vero punto di partenza del metodo prestazionale, quella linfa necessaria a ridare vigore e forza all’obiettivo che gli artefici del Nuovo Codice si erano dati: una prevenzione incendi più flessibile e adatta alle varie realtà, che tenga conto sia delle esigenze di sicurezza, ma anche delle specifiche realtà strutturali e occupazionali, facendo pagare il giusto costo, superando tutte quelle limitazioni insite nell’impossibilità di rispettare le norme prescrittive.
Tanto per fare un esempio, con la nuova RTV, molte scuole potranno riadeguarsi e risolvere i propri problemi di “sicurezza” con interventi meno importanti e conseguenti costi inferiori, ma sempre garantendo un livello di sicurezza pari quando non superiore.
E allora come si può dare la spallata definitiva alla “vecchia” prevenzione incendi? Sicuramente eliminando questo sistema parallelo il prima possibile, di fatto “costringendo” tutte le parti in causa a fare i conti con il nuovo modello progettuale. Per fare questo occorre una maggiore consapevolezza delle potenzialità del sistema, sia da parte dei professionisti, sia da parte delle categorie dei proprietari di attività e immobili che hanno necessità di adeguarsi. La parola d’ordine è formazione da parte di tutte le figure coinvolte. Formazione quindi per i professionisti, anche necessaria per poter utilizzare tutti i moderni strumenti informatici che oggi la tecnica mette a disposizione (per esempio i software per la simulazione di incendio e dell’esodo delle persone); e formazione anche per i titolari delle attività, che, conoscendo un nuovo modo di risolvere il problema della sicurezza, potranno richiedere l’analisi di tutte le opzioni possibili offerte dal nuovo codice, potendo scegliere quella più efficiente in termini di sicurezza e di costi, aspetto che oggi non è più possibile trascurare.
A cura di
Giovanni La Cagnina
NAMIRIAL SPA
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